Barumini - Guida Turistica

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.: BARUMINI
 Barumini è un comune di 1.413 abitanti della provincia del Medio Campidano. Nel paese ha sede " Su Nuraxi", il complesso nuragico più famoso della Sardegna, riconosciuto pure dall'Unesco come patrimonio mondiale (iscrizione nel 1997).
 La storia di Barumini inizia circa tremila e cinquecento anni fa nel luogo dove sorsero, alla fine del Cinquecento, sa cresia manna (oggi parrocchiale) e, all’inizio del Seicento, su palazzu ‘e su marchesu (casa Zapata). In questa collina gli antichi vi costruirono un nuraghe (nuraxi ‘e cresia) e un piccolo villaggio di capanne intorno. Gli scavi di questo Nuraghe serviranno in futuro a capire per quanto tempo abbia perdurato e si sia sviluppato questo sito.
 Barumini si chiamava così forse già dall’origine, perché la radice bar del toponimo è una radice di lingua dei sardi che significa "cavità", "avvallamento", proprio perché la maggior parte del sito si estende in basso. Dunque Barumini può significare "bassura", un fonema in composizione col suffisso ùmini affine a Ladùmini in agro di Serri che significa luogo spazioso e Cugùmine di Noragugùmine (cacumen, cucuzzolo). Tracce di murature romane nel centro abitato fanno supporre che l’agglomerato fosse una delle tante "ville" di latifondo romano.
 Dal XI secolo Barumini appartiene al giudicato di Arborea la cui curatoria di appartenenza era e rimane sino ai tempi feudali quella di Marmilla e di essa fu il capoluogo. Nel 1358 (giudice arborense Mariano IV) figura un "vicariatu de Barumini".
 Testimonianze edilizie nel paese di questo periodo sono le due chiese minori di San Giovanni (XIII secolo) e di San Nicola (fine del XII secolo).
 Con la capitolazione del Giudice di Arborea nel 1410 Barumini passa al Marchesato di Oristano fino al 1479, quando la Sardegna entra in possesso della Corona Spagnola con il re Ferdinando il Cattolico.
 Già una sessantina di anni prima Barumini era diventata capitale di feudo per concessione reale, nel 1420, a Guglielmo Raimondo di Montecatena dal cui figlio Lorenzo fu venduto a Pietro Besuldone. Incorporato in seguito nel fisco reale, il feudo fu ceduto a Pietro di Rocalberti. Quest’ultimo, con il consenso di Carlo V, vende la baronia con le ville di Barùmini, Lasplassas e Villanovafranca a don Azzor Zapata, preside, ossia alcaide presente, del Castello e della Città di Cagliari.
 L’insediamento a Barumini dello Zapata non è casuale ricordando che Barumini era stato prima capoluogo di curatoria e, dunque, col nuovo ordine, veniva a diventare in continuità capoluogo della baronia. E’ di questi anni la costruzione dello splendido palazzo Zapata.
 E’ da questa data che prende fisionomia l’abitato e il tessuto urbano della Barumini che oggi conosciamo. Da segnalare nella prima metà dell’Ottocento la costruzione del nuovo Monte granatico. Per i tempi e per il paese l’edificio non è privo di decoro, tagliato a squadra, basso e largo per motivi di capienza, nitido nelle linee neoclassiche del prospetto. Fu edificato a spese dei soci, da muratori di Oristano.
 Il resto della realtà urbana di Barumini è un intrecciarsi di case rurali di modesta fattura ma anche di case di impianto architettonico più complesso. Di rilievo sono i numerosi portali ad arco presenti in tutto il territorio, esempio mirabile di uno stile che si è propagato fino ai giorni nostri.
 L'economia del paese si basa principalmente sull'agricoltura, la pastorizia e sulle attività artigiane.
 Le sue origini risalgono all'età nuragica.
 Il santo patrono del paese è San Sebastiano.